Daniele Mallarico, famoso illustratore che vive ormai da anni a Milano, dove ha una brillante carriera, è chiamato dalla figlia per badare al nipote Mario, che vive a Napoli, per alcuni giorni in cui lei e il marito, entrambi studiosi di matematica, saranno assenti per un convegno. A malincuore così il protagonista di Scherzetto, ormai anziano e abituato a vivere da solo dopo anni di vedovanza, accetta e così lascia le sue faccende quotidiane per andare a badare a questo bambino di quattro anni che per lui è un perfettto sconociuto. Non sarà certo facile il ritorno dopo anni a Napoli sua città natale con tutto ciò che questo comporta a livello emotivo.
Una trama semplice che si sviluppa in un arco di quattro giorni, in cui nonno e nipote imparano a conoscersi e ad amarsi talvolta, ma anche, molto più spesso, a non tollerarsi reciprocamente. Riuscire a far passare i giorni che li separano dal ritorno dei genitori diventa un’ impresa, il bambino desidera giocare, il nonno lavorare, soprattutto per potersi allontanare dal bambino per un pochino e negli intramezzi per meglio sopportarsi usano l’escamotage dello scherzetto tra di loro, anche se spesso il piccolo Mario essendo un bambino piccolo non riesce a capirne il limite e questo comporterà qualche problema. Così tra uno scherzetto e l’altro nonno e nipote cercheranno di riuscire a superare e sopportare qualche giorno in compagnia l’uno dell’altro.
Due maschi si fronteggiano, sangue dello stesso sangue. Tra quattro mura e un balcone si svolge il racconto affilato, perfido e divertente, uno “scherzetto” da camera. E’ il riesame di una esistenza sollecitato da una sorta di competizione con il nipotino saccente. Una guerra feroce tra i due e se stesso, tra il tempo andato e quello attuale, tra la capacità di esprimersi con l’arte e la consapevolezza di non esserne più in grado