HAPPYNESS IS A CHOICE: ARIANNA USAI SI RACCONTA

di Liliana Brucato
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Ho conosciuto il lavoro di Arianna Usai grazie a Tullia, una delle volontarie della Società Dante Alighieri Copenaghen, e data la mia passione per le storie e la mia voglia di scoprire tutti i fili invisibili che legano Italia e Danimarca, l’ho contattata per conoscerla meglio.

Arianna Usai è una giovane e talentuosa illustratrice, una donna di rara dolcezza e gentilezza che mi ha raccontato di lei, del suo lavoro e di alcune delle sue passioni come se ci conoscessimo da sempre.

Ti invito allora a unirti a questa chiacchierata virtuale e a scoprire insieme a me il mondo di Arianna e, per farlo, apro le virgolette e passo la penna direttamente a lei!

«Mi chiamo Arianna, sono un’illustratrice di quasi 34 anni, mamma di Sofia, una spumeggiante bambina di 5 anni.  Il miglior modo per presentarmi è farlo attraverso i luoghi che hanno segnato la mia vita: il Trentino, la regione dove sono nata e cresciuta, la Sardegna, terra di mio padre, il posto che più amo al mondo, Roma, la città che ho scelto e che mi ospita da ben 15 anni, la Danimarca, la Nazione che ha cambiato il mio modo di vivere, New York, la città che mi ha dato coraggio e che sogno di rivedere da dieci anni. In tutti questi posti, così diversi tra loro, mi sento a casa. Amo i cambiamenti, li trovo stimolanti, riuscire a sentirmi a mio agio in situazioni che inizialmente mi spaventano, come ad esempio una cultura diversa, mi appaga moltissimo. Oltre che flessibile, sono una donna determinata: quando ho un obiettivo vado dritta per la mia strada, fino a raggiungerlo, dovesse volerci una vita intera. E poi sono autoironica: trovo sempre il lato comico di me o delle cose che mi succedono. L’ironia mi aiuta ad esprimere le emozioni e ad affrontare le situazioni più difficili»
Stai già scoprendo che sono una persona molto curiosa, quindi ho fatto a Arianna tantissime domande! Le ho chiesto subito di raccontarci del suo lavoro e di come ha scelto di percorrere la strada della creatività e dell’illustrazione: 
«Come penso capiti a tutti gli illustratori, ho sempre disegnato, fin da piccolissima. Grazie al supporto dei miei genitori, ho fatto un percorso di studi artistico, che mi ha portata a vivere lontano da casa già a 14 anni. Ho frequentato l’Istituto d’Arte di Trento, successivamente l’Istituto Europeo di Design di Roma e, infine, la School of Visual Art di New York, dove sono stata selezionata per il corso estivo di Illustration e Visual Storytelling. Ho scelto di diventare un’illustratrice la prima volta che ho aperto un libro di Rebecca Dautremer e, ancora oggi, quando vacillo e mi chiedo se ho fatto la scelta giusta, guardo le sue illustrazioni e mi convinco che non possa esserci un lavoro più bello»

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Le chiedo allora come organizza il suo lavoro e dove trova ispirazione per le sue opere. Come lei stessa mi racconta, ogni emozione, evento e esperienza diventano fonte di ispirazione per il suo lavoro, legando inevitabilmente la vita privata a quella professionale. Certo, bisogna sempre ritagliarsi dei momenti liberi, utili a rigenerare la mente e dedicarsi agli affetti e agli hobbies, e imparare a gestire i ritmi di lavoro al meglio. Arianna infatti mi racconta:
«La natura ci insegna che c’è un tempo per ogni cosa e che non bisogna cogliere i frutti prima che siano maturi. Da quando ho capito questo, sto affinando la capacità di saper aspettare, o meglio, di capire quale progetto è pronto per nascere e quale deve attendere. La parte che preferisco del mio lavoro è dipingere il disegno finale, ma sto imparando a concentrarmi prima di tutto sulle fondamenta di un’illustrazione o di un progetto, sull’idea, sulle bozze preliminari, sulle prove colore. Negli ultimi anni ho fatto dell’elogio alla lentezza il filo conduttore dei miei lavori, il mio approccio rispecchia esattamente quello che le mie illustrazioni raccontano. Lentezza, però, non significa perdere tempo, ma lavorare con cura, con la pace nell’animo, rispettando comunque le scadenze, altrimenti si rischia di diventare inconcludenti. All’inizio- continua Arianna- preferivo gestire un progetto alla volta, col passare degli anni ho imparato a gestirne più di uno contemporaneamente, questo mi rende più veloce e migliora la mia resa, è importante distogliere l’attenzione da un lavoro per vederlo poi con occhi nuovi. Trovo ispirazione in tutti i libri di Rebecca Dautremer, al di là della sua indiscussa bravura tecnica, trovo geniali le idee dietro ai suoi lavori. Di recente ho trovato molta ispirazione nei libri di Benji Davies, in particolare “Sulla Collina” e “Fiocco di Neve”, ma anche nel libro “Il mondo ti aspetta” di Kobi Yamada, illustrato da Gabriella Barouch»
A questo punto non so tu, ma io sono proprio curiosa di sapere di più sul legame di Arianna con la Danimarca, che ha dato vita al libro “Hygge, 15 ricette danesi illustrate per la felicità”.

Arianna conosce la Danimarca a diciassette anni grazie al programma di Intercultura e questa esperienza si rivela profondissima: «Imparare la lingua danese è stato fondamentale per entrare in sintonia con le persone, col passare del tempo mi sono sentita sempre più integrata in quella nuova cultura, tanto da arrivare a sentirmi una vera adolescente danese.
Ogni giorno era speciale, ogni piccola cosa veniva valorizzata e creare delle routine piacevoli e specifiche per ogni giorno ti rendeva felice solo al pensiero di quello che sarebbe successo. La filosofia Hygge ha iniziato a fare parte di me durante la mia esperienza in Danimarca nel lontano 2004, quando i danesi non erano ancora famosi per essere tra i popoli più felici al mondo. Vivendo immersa nella cultura danese, col passare del tempo, ho iniziato a sentire un senso di serenità interiore, di armonia con me stessa e con gli altri, che, una volta tornata in Italia, era difficile spiegare. Quando, più di dieci anni dopo, ho iniziato a vedere, sempre più spesso, articoli sul segreto danese della felicità, ho capito che finalmente era arrivato il momento per raccontare tutto quello che avevo imparato, e il modo migliore era farlo attraverso le mie illustrazioni. Per anni sono stata hygge senza badarci troppo, da quando ho scritto il libro “Hygge, 15 ricette danesi illustrate per la felicità” mi impegno ad esserlo sempre di più, questo mi aiuta a trovare la serenità dentro di me e ad affrontare al meglio le giornate
complicate. Il momento più hygge della mia giornata è la seconda colazione, (amo la colazione!): preparo il tè caldo, rigorosamente nero, lo verso nella mia tazza preferita, scelgo un bel piatto dove metto un frutto tagliato a fettine, frutta secca e un dolcetto e mi metto comoda sul divano o in giardino, quindici minuti che dedico solo a me. L’uscita del mio libro “Hygge, 15 ricette danesi illustrate per la felicità” ha segnato una svolta anche nel mio lavoro, ho unito tutti i puntini della mia vita e ho capito finalmente cosa volevo raccontare con le mie illustrazioni: la felicità interiore che si prova a prendersi cura di sé e, di conseguenza, degli altri. Infatti, dopo la pubblicazione, molti altri miei lavori raccontano questa filosofia, come l’album illustrato “Chiara e l’inverno”, scritto da Cristina Marsi, o i miei calendari illustrati 2020 e 2021»
Anche a me è venuta voglia di fare una seconda colazione! Preparo quindi il caffè e nel frattempo le chiedo qualche anticipazione sui suoi attuali progetti e su quelli futuri.
Scopro così che presto potremo goderci una serie di tre giochi ispirati alle fiabe classiche a cui Arianna sta lavorando proprio adesso, e che sta preparando anche un silent book (mi lascia un po’ sulle spine e non mi resta che seguirla in trepidante attesa!)

Prima di congedarmi, riesco a strappare a Arianna tre consigli di lettura:
«Il primo è “L’anima smarrita” scritto da Olga Tokarçzuk (premio Nobel per la letteratura 2018), illustrato da Joanna Concejo, parla di un uomo che a causa della sua vita frenetica ha smarrito l’anima, non gli resta quindi che sedersi ad aspettarla, a parlare sono soprattutto le immagini ma le poche parole presenti hanno una grande forza, lo trovo perfettamente in linea con il periodo che stiamo vivendo, lo consiglio a tutti gli adulti. Come lettrice amo i romanzi, di generi diversi, spesso leggo libri di autori giapponesi, tra questi il mio preferito è probabilmente “Dance Dance Dance” di Haruki Murakami. Come terzo libro vi consiglio “Maya” di Jostein Gaarder, un libro che ho letto da ragazzina e riletto di recente, a tratti un po’ prolisso ma con delle riflessioni imperdibili, per chi ama le storie nelle storie»
Qualche consiglio Arianna lo dedica anche a chi vuole fare dell’illustrazione il proprio lavoro:
«L’illustrazione è comunicazione, quindi bisogna chiedersi sempre: “Cosa voglio raccontare?” La tecnica con la quale si realizza un’immagine è secondaria, e abbiamo tutta la vita per migliorare, l’importante è far arrivare il nostro messaggio al lettore. Non bisogna avere paura di mostrare i propri lavori, anche se non siamo pienamente soddisfatti, per esistere come illustratori bisogna mostrarsi al mondo, mettersi in gioco senza farsi abbattere dalle porte chiuse in faccia e, soprattutto, divertirsi, altrimenti non ne vale la pena»
Mentre finisco il caffè, saluto Arianna, che mi regala un’altra riflessione importante prima di salutarmi:

«Vorrei solo aggiungere una frase che era scritta a casa della mia famiglia danese ospitante: “Happyness is a choice”, la felicità è una scelta, dipende da noi, non dalle cose che ci succedono ma da come noi reagiamo alla vita. Per essere felici bisogna fare scelte coraggiose, non è semplice ma si può imparare, come tutte le cose».

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