Alda Merini, nata il 21 marzo a primavera.
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
(Alda Merini da Vuoto d’amore, 1991)
La sera del primo giorno di primavera del 1931, nacque a Milano Alda Merini, una tra le più schiette, profonde, luminose voci poetiche contemporanee.
La poetessa, fin da giovanissima, visse il dramma della malattia mentale, in un’epoca in cui la psichiatria svolgeva sostanzialmente una funzione contenitiva, volta a tutelare la società, piuttosto che preoccuparsi di curare il disagio dei pazienti: affetta da sindrome bipolare, le furono inflitte ben 46 sedute di elettroshock e fu un vero miracolo se la sua mente e la sua memoria non si spensero definitivamente.
Questi eventi segnarono significativamente la poetica della Merini che, per lunghi anni, i più bui della sua esistenza, venne internata più volte in manicomio, esperienza drammatica e sconvolgente, raccontata nella raccolta “LA Terra Santa”, con cui vinse nel 1993 il Premio Librex Montale.
Confinarla, tuttavia, nel cliché della poetessa folle, significherebbe farle un grandissimo torto; parlando di sé, infatti, la Merini disse:” Molti mi considerano la poetessa della pazzia. Ma chi si è accorto che sono la poetessa della vita? Ho parlato del manicomio perché era il luogo in cui vivevo in quel periodo”.
È di vita e d’amore, che parla Alda Merini nelle sue poesie, che scaturirono dalla profonda conoscenza del dolore, dal suo animo sensibile che venne sfiorato dalle mille note delle emozioni umane e che aveva il talento di tradurle in versi; e lo ha fatto con irruenza, con spontaneità, al di fuori degli schemi e di ogni ordine, cogliendo momenti fugaci, veloci e rendendoli infiniti.
La poesia della Merini sgorgava da lei inarrestabile, a prescindere da tutto e da tutti: “È una forza che nasce in me, come una gravidanza che deve essere portata a termine”; la forza della poesia era luce che trionfava nella sera e che, insieme al potere salvifico dell’amore, era il balsamo per il suo dolore. Quell’amore che la Merini ha sempre cantato nei suoi versi, anche quando non c’era, nella solitudine più feroce, nell’immenso dolore per l’indifferenza e l’abbandono del marito e dei figli, e a cui la poetessa ha dato voce, trasformandolo in versi: “Io il male l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente. È diventato poesia. È diventato fuoco d’amore per gli altri”. In un’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera, poco prima di morie, Alda Merini ha tracciato un bilancio della propria vita, dichiarando: «Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita, e la vita è spesso un inferno… Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara».
Per chi desiderasse approfondire:
www.aldamerini.it
“Canzone per Alda Merini” di Roberto Vecchioni su www.youtube.com
– Alda Merini. La poesia luogo del nulla. Poesie e parole con Chicca Gagliardo e Guido Spaini. Piero Manni editore, collana Pretesti, 1999.
– Alda Merini – Aforosmi e magie,BUR, collana La Scala.
– La poetessa Alda Merini al “Senso della vita”. www.youtube.it
– ALDA. Un film di Ricky Farina. www.youtube.it
– Alda Merini – Lettere al dottor G, Frassinelli Edizioni, 2008.
– Alda Merini – Un’intervista del programma Magazine2. www.liberolibro.it/alda-merini-diario-di-una-diversa/
– Alda Merini – L’altra verità. Diario di una diversa. BUR Rizzoli, quarta edizione, febbraio 2009.
– Alda Merini – Folle, folle, folle di amore per te. Salani Editore 2002.
– Alda Merini – Clinica dell’abbandono, Einaudi Editore 2003 e 2004.
– Alda Merini – Lettere al dottor G, Frassinelli Edizioni, 2008.