Nel mio articolo precedente, ho dichiarato apertamente la mia passione per il commissario Montalbano e trovo veramente ingiusto che ogni serie offra solo due episodi a stagione. Con la consapevolezza che lunedì 18 febbraio sarà già finita, mentre scrivo ne sento già la mancanza. Fortunatamente, però, come l’anno scorso con “La mossa del cavallo”, anche quest’anno la nuova serie del commissario Montalbano sarà seguita da un film per la televisione, tratto da uno dei romanzi storici di Andrea Camilleri, “la stagione della caccia”. Il libro fa parte della serie “Quaderni della Biblioteca siciliana di storia e letteratura”, fu pubblicato da Sellerio nel 1992 e fu il primo a dare allo scrittore siciliano quel meritato successo di pubblico e critica, che non l’ha più abbandonato. Ambientato in un’antica Vigata, l’immaginaria cittadina che in tempi moderni ospita il commissario Montalbano, racconta la storia di un farmacista, il cui arrivo in città coincide con l’inizio di una lunga serie di misteriose morti, che sembrano tutte disgrazie accidentali.
La trasposizione televisiva del romanzo, prodotta dalla Palomar, in collaborazione con Rai fiction, è stata affidata al regista Roan Johnson, pisano di origini londinesi, mentre a calarsi nel ruolo del farmacista Fofò La Matina è Francesco Scianna , attore palermitano noto al pubblico per aver recitato in “Il più bel giorno della mia vita” di Cristiana Comencini, “Baarìa” di Giuseppe Tornatore, “La mafia uccide solo d’estate”. Ad affiancarlo ci sono Donatella Finocchiaro, Miriam Dalmazio, Ninni Bruschetta, Giorgio Marchesi, Alessio Vassallo e Tommaso Ragno.
Questa è la trama ufficiale del film, diffusa da Rai Fiction:
“1880. L’Italia è unita da un pezzo, i Borbone non sono che un ricordo, ma a Vigata il blasone conta ancora molto. E i più nobili fra i nobili sono i Peluso di Torre Venerina. Ma questa ricchissima e potente famiglia comincia all’improvviso a essere decimata dai lutti. I Peluso muoiono uno dopo l’altro, come le prede di una battuta di caccia. E curiosamente l’inizio di questa inquietante e oscura mattanza coincide con l’arrivo a Vigata di un misterioso personaggio: Fofò La Matina, un giovane farmacista, figlio di un contadino che molti anni prima aveva lavorato come campiere proprio per i Peluso”
Le riprese del film si sono svolte tra nella seconda metà dello scorso anno tra Scicli, splendida cittadina barocca del val di Noto e l’incantevole borgo marinaro di Marzamemi, in provincia di Siracusa, a pochi chilometri da Pachino.
Per il primo ciack la produzione ha scelto la prestigiosa location di Palazzo Mormino Penna, che si affaccia si Piazza Italia a Sicli e che i fan del commissario Montalbano ricorderanno di aver già visto ne “Il cane di terracotta” e ne “La Forma dell’acqua”.
Rischierò di sembrare patetica, ma lunedì 25 febbraio guarderò questo film e, come fanno gli innamorati quando si aggrappano ad ogni appiglio per trattenere l’amato, cercherò in esso ogni traccia che mi riconduca al mio Salvo Montalbano, dalla cadenza cantilenante del dialetto siciliano alle atmosfere di Vigata col suo mare e le sue bellezze. E quando la nostalgia sarà davvero troppa, allora mi salverà lo streaming su Raiplay.