MEDIMEX: IL FUTURO DELLA MUSICA PARTE DALL’ITALIA

Il recente exploit della musica giovanile italiana sotto gli occhi di tutti

di Francesca Rosa Ravellese
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Il recente, straordinario exploit della musica giovanile italiana è sotto gli occhi di tutti; basti pensare alla band dei Måneskin, che, dopo aver vinto l’Eurovision Song Contest nel 2021, ha conquistato tutto il mondo con la sua energia rock. I quattro ragazzi romani hanno trionfato grazie al loro talento, ma soprattutto a chi ha creduto in loro. Quante giovanissime star vivono nelle nostre città, ma non hanno la possibilità di esprimersi e lasciano morire il loro dono?

Questa è la domanda di fondo che anima il Medimex, nato nel 2011 come fiera mercato dell’industria musicale e dal 2017 festival internazionale, promosso da Puglia Sounds, il progetto che già dal 2010 sostiene gli artisti pugliesi di domani offrendo loro l’opportunità di formarsi e intraprendere un percorso professionale. Giunto quest’anno alla XII edizione, dopo gli eventi online durante la pandemia, il Medimex è tornato a popolare i luoghi di Bari e Taranto con seminari, showcase di musicisti emergenti, conferenze e grandi concerti, come quello del duo britannico The Chemical Brothers, che ha infiammato il lungomare del capoluogo pugliese nella serata del 13 luglio.

Nell’incontro sulle prospettive presenti e future della musica italiana, tenutosi la mattina del 14 luglio, il cantautore Diodato, vincitore del Festival di Sanremo nel 2020, ha sottolineato l’importanza del sostegno delle istituzioni pubbliche per i ragazzi che vogliono esprimersi con la loro creatività, consentendo loro di diventare professionisti. “Durante una delle prime edizioni del Medimex,” ha raccontato il cantante, “ho letto la frase: La musica è lavoro. Per me è stata una rivoluzione”.

Della stessa opinione è l’attore Michele Riondino, volto del giovane Montalbano, che, parlando della difficile crescita personale, artistica e professionale affrontata insieme all’amico Diodato, ha confessato di rintracciare nel costante senso di privazione sperimentato nella propria città, Taranto, martoriata da inquinamento e criminalità, il desiderio di riscatto e la spinta a cambiare la propria vita. “Questa, però, non deve essere una condizione necessaria né essenziale: i ragazzi di oggi devono avere dei modelli da seguire che siano vicini a loro, pertanto bisogna lavorare sul tessuto sociale”.

In risposta, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha parlato degli istituti formativi attivi a Roma, come la Scuola “Gian Maria Volontè” per le professioni del cinema e “Pier Paolo Pasolini” per la musica, enti pubblici nati con l’intento di offrire a tutti le condizioni per formarsi ed eccellere perché il lavoratore del sistema cultura non sia una mosca bianca. “La retorica di Steve Jobs e del garage, del ragazzo geniale che si fa da solo”, ha spiegato, “ci ha fregati. Piuttosto, è necessario costituire un ecosistema garantito dallo Stato che permetta al talento di esprimersi”. E con i fondi europei recentemente stanziati avremo anche delle risorse concrete su cui contare.

Anche Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, è fautore della formazione dei ragazzi nelle professioni legate al mondo dello spettacolo e della cultura: il neonato corso di laurea DAMS di Bari è un tassello fondamentale, ma il numero delle realtà virtuose operative lontano dalle grandi città è in crescita. “Sarebbe auspicabile una proposta di legge firmata da tutti i rappresentanti delle regioni che consenta la costituzione e l’adesione a Music e Film Commissions in modo facilitato”, è stata la proposta lanciata da Emiliano.

Inoltre, Riondino ha messo in luce il ruolo della cultura come potente indotto: i grandi eventi musicali e i set cinematografici attirano turisti, smuovono l’economia locale e richiamano l’attenzione sui problemi del territorio. “Bisognerebbe considerare la cultura come un sistema economico”, ha affermato. Più poetiche, ma non meno decise e acute, le osservazioni di Diodato: “Il mio sogno è un’Italia in cui la cultura e la bellezza non siano al margine, ma agiscano da motore sociale e l’aiuto delle istituzioni è necessario per coltivare ed esportare il nostro sistema culturale. In fondo la bellezza alimenta la bellezza e si pone così come via e vita alternativa”.

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