La naturale evoluzione di una lingua

di Marie Morel
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Quando diciamo che una lingua è viva, intendiamo dire che è in continuo fermento e cambiamento, che è aperta ad accogliere nuove parole, le quali passando di bocca in bocca entrano nel lessico comune e a lasciar andare quelle che vengono abbandonate e dimenticate.

 La nascita dei neologismi era un fenomeno con una progressione molto più lenta e controllata fino ad una ventina di anni fa, ma con la diffusione delle nuove tecnologie, globalizzazione, social media e per l’effetto del lavoro di pubblicitari, giornalisti, personaggi dello spettacolo, politici, la cui comunicazione diventa sempre più spregiudicata, ogni giorno prendono vita vocaboli inediti. In alcuni casi sono frutto di un atto creativo, con accorciamenti, accorpamenti o reinterpretazioni attraverso figure retoriche di parole già esistenti, in altri di adattamenti di terminologie estere. Si tratta di un’evoluzione così veloce, che i puristi della lingua italiana non possono fare altro che arrendersi, ormai, dinanzi all’evidenza: l’italiano, come lo abbiamo studiato a scuola fino a pochi anni fa, sta morendo sotto i colpi impietosi di neologismi come selfie, apericena, svapare, webete, ciaone, colazionare.  Alle orecchie più sensibili non resta che decidere se continuare a rabbrividire ogni volta che ne sentono uno oppure stare al passo con i tempi e farli propri. Sebbene io sia tra coloro che direbbero ciaone solo sotto la minaccia di un’arma da fuoco puntata alla testa, la scelta mi sembra scontata se si vuole continuare a comunicare con gli altri, soprattutto con i più giovani, che si adeguano facilmente e adoperano con estrema disinvoltura le parole nuove, anzi, spesso sono loro a coniarle e a veicolarle attraverso i social.

Ma quando un neologismo entra a far parte di diritto nella lingua italiana? Semplicemente quando il suo uso è così diffuso da essere notato da istituzioni linguistiche come l’Accademia della Crusca, che dopo averne verificato la rispondenza a determinati criteri di valutazione, ne decretano la correttezza, dopodiché la parola in questione può entrare a pieno titolo nel vocabolario della lingua italiana. Sul sito dell’Accademia è anche possibile segnalare i neologismi, “votare” per quelli già presenti per consolidarne il rango di interesse e chiedere la consulenza linguistica in caso di dubbi sull’uso di parole ed espressioni. Potreste dare un’occhiata, tra un tweet e un post, magari la sera dopo esservi docciati, pigiamati e camomillati, mentre divaneggiate un po’e se quello che leggerete non dovesse piacervi, non lasciatevi prendere dalla tristitudine, potrete sempre divertirvi a spoilerarlo ai vostri amici.

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/parole-nuove/parole-piu-segnalate

 

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