“Barlume” trilogia di gialli di Marco Malvaldi, Sellerio Editore Palermo,2007, 2008, 2010

di Pinuccia Panzeri
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Quando hai ottant’anni, l’unica cosa che puoi fare in un giorno di pieno agosto è andare al bar. E che fare al bar? Le carte, i fatti altrui, discussioni continue, e dopo: investigare. Come fanno i vecchietti del BarLume: Nonno Ampelio, l’oste Aldo, il Rimediotti pensionato di destra, il Del Tacca-del-Comune. Se c’è un delitto nei dintorni di Pineta, il loro onnisciente pettegolezzo diventa una formidabile macchina da indagine. Da dove Massimo il barrista estrae la chiave dell’enigma, come una Miss Marple in puro toscano.

Con passo felpato, Marco Malvaldi ha fatto il suo ingresso nel mondo del giallo italiano con alcuni piccoli romanzi ambientati a Pineta, un’immaginaria località livornese. Non si tratta senz’altro di romanzi impegnativi, che si propongano letture duplici, o che abbiano rimandi – più o meno cifrati – a fatti reali. Nulla di tutto questo. Si tratta infatti di storie agili, le cui trame non sono poi molto diverse da quelle di tante fiction a sfondo poliziesco. Ma, come spesso avviene, il successo che Malvaldi si è conquistato – un successo notevole, se i suoi primi tre romanzi, raccolti in questo volume (La briscola in cinque, Il gioco delle tre carte, Il re dei giochi), hanno venduto complessivamente 250.000 copie – non è dovuto tanto all’intreccio, quanto alla simpatia dei personaggi che fanno da contorni alla storia. I vecchietti assidui frequentatori del BarLume, insieme al giovane barista, sono infatti l’ingrediente che rende i romanzi di Malvaldi una pietanza gustosa. Una pietanza che conserva gli elementi classici del giallo, ma che rassicura e diverte con l’atmosfera provinciale del BarLume, con la sagace ironia dei suoi avventori e – da non trascurare – un umorismo spesso grossolano, come vuole la tradizione toscana. Consigliato a chi ama un noir tinto di commedia.

La briscola in cinque

Siamo in piena estate, e il caldo della piccola città toscana di Pineta sulla costa è insopportabile. In realtà, c’è solo un posto dove stare, cioè nel BarLume, un caffè che il proprietario Massimo ha comprato con soldi vinti a una lotteria. Tra i clienti abituali ce ne sono quattro che passano il tempo giocando a carte, bevendo caffè e commentando grandi e piccoli. Un giorno, hanno davvero qualcosa di cui parlare perché, quando il corpo di una ragazza viene trovato in un contenitore della spazzatura. Massimo viene coinvolto nelle indagini sull’omicidio, completamente  aiutato dai quattro giocatori di carte, e costretto a collaborare con Fusco, un sciocco e aspro carabiniere calabrese.

 

Il gioco delle tre carte

Massimo cerca un nuovo dipendente del BarLume, dopo che Tiziana si è sposata e perciò si è dimessa. Non è affatto impressionato dalle qualifiche dei candidati, e quando Tiziana telefona per chiedere se puó ritornare al BarLume perché ha divorziato, non esita a dire sì. I quattro anziani abituali del bar si annoiavano quando si fanno avanti nuove informazioni su di un vecchio episodio circa la compravendita  di una  proprietà che diede adito a morte, omicidio e suicidio.


Il re dei giochi

La giornata inizia male per Massimo. E peggiora alla notizia di un incidente automobilistico, una notizia che il quartetto dei vecchietti del caffè accolgono con piacere. Nel veicolo si trovavano una donna e suo figlio, erano entrambi eredi di un ricco palazzinaro. La donna è anche la segretaria di un politico, che è attualmente candidato alle elezioni straordinarie a Pineta. I quattro vecchietti cominciano a intravvedere una bella storia. Massimo cerca di mantenere la testa fredda. Ha altro a cui pensare, di cui un matrimonio. Terzo volume nella serie BarLume.

 

 

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