Incontriamo la musicista scrittrice Anna Steri.
Artista molto particolare e amata dal web. Entriamo nel suo magico e colorato mondo. Dalla Sardegna una voce forte e bella.
INTERVISTA :
1)Hai conseguito il diploma di clavicembalo al conservatorio di Cagliari e sei anche una poetessa speciale; dolce e dura allo stesso tempo. Quanto ti ha influenzato la musica nel tuo processo creativo? E in quale maniera?
R: Ho iniziato a 9 anni il mio percorso musicale e letterario. Credo che la musica abbia influenzato notevolmente sulla mia scrittura. Dopo aver concluso una poesia o una pagina di un romanzo, leggo sempre a voce alta più e più volte e tutto deve suonare bene alle mie orecchie, e quando capita che non sia così, allora cambio parole, talvolt ane invento per il solo fatto che mi piace il suono di quelle sillabe unite, altre volte scrivo magari un vocabolo di cui non conosco a perfezione il significato, perché ”suona bene”, poi controllo se la scelta è stata giusta, o piuttosto dettata dall’istinto. Il mio amico più fedele è il dizionario dei sinonimi.
2) Cosa significa ai giorni nostri essere poeti? Quale messaggio valido puo’ dare la poesia?
R) E’ difficilissimo, complicato. Perché un poeta genuino, onesto è poeta soprattutto nella vita,non soltanto nella carta. E in un mondo come il nostro, questo presente che ci vuole veloci, talvolta superficiali (credo per evitare sofferenze), non pensanti, un poeta trova difficiltà anche ad uscire di casa. Un animo profondo, una sensibilità estrema , un cuore impavido nell’esternare emozioni e visioni, è certo che non avrà vita facile in questa epoca.
3) Chi, secondo te, legge poesia?
R)Al giorno d’oggi credo che si scriva di più di quando realmente non si legga, non ci si documenti su chi, altri prima di te, hanno creato bellezza vera, non semplici frasi con rime ”sole amore cuore”. La Poesia, così come la vivo io è un lavoro certosino. Mi sento una contadina della terra, una artigiana della parola, continuo nella lavorazione di questo gioiello, nella scelta dei vocaboli, nello studio dei più grandi poeti, ma anche di nuovi, moderni molto capaci. Legge poesia chi crede ancora nel sogno, nel risveglio delle coscienze, nella pace, nella fratellanza dei popoli, nella bellezza in ogni cosa.
4) Devono ricordarti. Come vorresti essere ricordata: come poetessa, musicista o scrittrice… o non ti interessa essere ricordata?
R)Conduco una vita molto riservata, esco pochissimo, non frequento locali, non amo la folla, fuggo dalla confusione. Questo per dire che non vado alla ricerca della fama. Che scrivo non per ricevere onori (credo sia stata pura fortuna l’aver vinto, nel 2017, il Premio Internazionale di Letteratura Alda Merini; forse con una giuria differente o un’altra opera presentata al concorso magari non sarei stata considerata per nulla) , ma per lavoro. So fare soltanto questo scrivere e fare musica, e ci devo guadagnare. Creo per vivere; anche io come tutti, ho dei bisogni primari quali mangiare, pagare un affitto, bollette, spese per la salute. Il riconoscimento mi fa piacere, non lo nego, ma soltanto se fa parte di una condivisione sincera, intendo condivisione di pensiero. E’ consolatorio sapere che altri, come te, desiderano rendere questo mondo più umano e sensibile.
5) La poesia ai tempi di internet. Qual è la tua opinione?
R) Credo che se qualcosa possa rivelarsi utile a documentarsi maggiormente, ad incuriosire, a farsi confronto con tanti piuttosto che soltanto con se stessi in un universo solitario, perché no?
6) Tre libri di poesia che hai letto da riproporre ai lettori e perché… e tre da rinnegare e perché?
R) La Poesia è una scelta molto personale. Si tratta di scegliere un abito, di indossarlo, poi uscire di casa e mostrarlo a tutti. Non ho libri da ocnsigliare e tanto meno da rinnegare.
7) L’amicizia tra i poeti è una cosa rara e quasi impossibile. Scriveva Rimbaud ”Il peggior nemico di un poeta è un poeta”. Cosa ne pensi?
R) Non ho amici. Quelli adolescenziali hanno preso strade differenti dalla mia, sia a livello umano che intellettuale. Sono sola, ma non sofferente. La solitudine mi serve; è da sola, sola con me stessa (l’unica amica che possiedo e che mi perdona molte cose amandomi così come sono), che posso creare. Non conosco poeti coi quali poter aver rapporti di amicizia, né amorosi.
8) Cosa rende una poesia ”poesia” e non un insieme di bei pensierini?
R) Bella domanda. La risposta è l’onestà intellettuale, sentimentale, emozionale. Non scrivereper avere consenso, ma per urlare il proprio disagio, la propria sofferenza, la propria gioia, la propria libertà, il proprio coraggio.
9) Qual è il peggior nemico della poesia?
R) L’apatia d’animo. La superficialità. La bandiera bianca sventolata alla Vita. La resa.
10) Ti chiedono di uscire a cena con uno o più poeti viventi oppure qualcuno che ci ha già lasciato…Con chi usciresti e perché?
R) Non accetterei nessun invito. Non amo gli inviti a cena. Mi sono sempre trovata in imbarazzo nei ristoranti. Trovo che stare seduti a un tavolo presuma grande confidenza, intimità. Riesco a mangiare soltanto davanti a mia madre, a parenti che ben ho frequentato. A coloro che sono stati i miei amanti, appena conosciuti, quando scattava il fatidico invito, ho sempre risposto ”Una cena è come amplesso, mi crea la stessa apprensione. Difficilmente mi viene bene alprimo incontro. Meglio fare sesso prima, e poi, liberati da quel senso di ansia da prestazione, stare seduti vicini a scegliere il cibo, un buon vino, guardarsi negli occhi, parlare sottovoce, tenersi la mano in un intreccio di dita consolatorio e tenero”. Ma starei volentieri su una panchina, in un parco deserto, in un autunno malinconico, con foglie rosse e gialle sulla terra nuda.
Anna Steri (Villacidro 1967), musicista e scrittrice. Diplomata in Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Sassari e in Clavicembalo al Conservatorio di Cagliari. Ha pubblicato l’album per voce e piano Figlia di un Do maggiore, 2014; tra le sue pubblicazioni Il romanzo breve L’ultima estate (Il Grappolo, 2004); il romanzo breve L’incontro (Edizioni Creativa, 2007); il romanzo per ragazzi Danny Arnott-Il sopravvissuto (Edizioni Creativa, 2007); il romanzo Terra mare (Edizioni Creativa, 2011); il romanzo breve Dulcis Jesu (Edizioni Creativa, 2013); Nel 2015 ha pubblicato Versi e autoscatti, raccolta di poesie e autoscatti in bianco e nero per Riccardo Condò Edizioni.
POESIA DI ANNA STERI:
Mia madre
ora
in vecchiaia
mi permette di entrare nel suo giardino.
Mi seleziona i fiori
in un percorso definito.
Non mi accompagna per
un antico orgoglio
ma da lontano
mi benedice.
Sono tornata ad essere una figlia.
A.S.
___
Assopita nel tuo ventre
fluttuante nel silenzio
in attesa
come te.
Tu d’utero
io d’animo.
Non ho memoria di echi tuoi
dalla tua aria alla mia acqua.
Ero sola anche allora
già prigioniera di te
con catena ombelicale
cibo e schiavitù
mischiati in un sol nutrimento.
A.S.
__
L’infelicità mi serve.
E’ l’inchiostro della penna con la quale scrivo.
A.S.
Ti amo nel silenzio delle cose
nell’ombra che s’allunga
nelle ciglia sospese.
Nel respiro che lasci andare
nell’angolo del cuore che trattieni
nell’orgasmo dell’anima tua e mia
quando s’accorciano le distanze.
E nel tuo nome che pronuncio
tra terra e il cielo
che semino e che raccolgo
non soltanto in primavera .
A.S.
___
Non ti amo di meno nella stanchezza
nell’assenza delle cose
nel riverbero silenzioso dell’io che talvolta non riconosco.
Non ti amo di meno quando canto
e sembra ch’io non ascolti che l’Arte
che mi distrae dal quotidiano incerto
che mi solleva dalla miseria del mangiare e del dormire.
Non ti amo di meno quando mi allontano
poiché la mia solitudine mi serve.
sembra tolga invece aggiunge.
sul finire della sera
mi ricordo di te più che mai
poiché tutto si è concluso.
Tutto è stato dato.
Consumato. Accolto.
E tra la notte e l’indomani
Te solo hai presenza e attesa.
A.S.