“Perfetti sconosciuti “, di Paolo Genovese

di Marie Morel
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Diretta da Paolo Genovese, “Perfetti sconosciuti” è una commedia che nel 2016 ha vinto sia il David di Donatello che il nastro d’argento come miglior film.

Frutto di un’idea tanto semplice quanto geniale, tutti gli eventi si svolgono in un unico tempo e in un unico luogo, una sera a cena, in un appartamento romano, durante un’eclissi totale di luna. Tre coppie, Rocco ed Eva, Carlotta e Lele, Cosimo e Bianca, e Beppe, che avrebbe dovuto portare con sé la nuova fidanzata Lucilla per presentarla agli amici ma si presenta solo, si riuniscono per cenare insieme. Si conoscono da molti anni, trascorrono insieme le vacanze estive, festeggiano insieme tutti gli eventi lieti e condividono i momenti brutti, sono sicuri di conoscersi alla perfezione l’un l’altro, ma durante la cena la discussione si incentra sui segreti che ciascuno può avere, nascosti nei telefoni cellulari, che sono diventati le scatole nere delle vite di tutti. Eva propone un gioco: i commensali dovranno lasciare i cellulari su tavolo e rispondere a chiamate, sms ed email in vivavoce, condividendone i contenuti con tutti i presenti. C’è chi accetta di buon grado e chi, dopo qualche resistenza, si vede costretto a partecipare. La serata prenderà una piega inaspettata per tutti.

Un film davvero ben fatto, in cui lo spettatore si sente partecipe degli eventi, come se fosse seduto a quella tavola, in quell’atmosfera intima e familiare. Un cast di attori affiatatissimi riesce a dare vita a personaggi molo ben caratterizzati, sia individualmente che nelle relazioni tra loro, con un Marco Giallini superbo come sempre, mentre gli altri gli tengono egregiamente testa.

Man mano che i segreti vengono fuori, lo spettatore scopre debolezze, vizi, difetti, errori, fragilità che svelano la profonda umanità dei personaggi, nella quale non può fare a meno di rispecchiarsi.

Una commedia dai dialoghi brillanti, in cui si ride di gusto, ma a tratti molto amara, che lascia aperti molti interrogativi, sull’uso che facciamo dei cellulari, su quanto sappiamo davvero delle persone che ci sono accanto ogni giorno e crediamo di conoscere e, soprattutto, siamo proprio sicuri di volerle conoscere davvero?

Il film si conclude con un finale a sorpresa e con una semplice, ma fortissima verità, “siamo tutti frangibili”.

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