Devo ammettere di non essere mai stata appassionata di opera lirica, o meglio, di non essermici mai avvicinata abbastanza per capire se mi piacesse oppure no.
Non è un mondo che mi è del tutto sconosciuto, ma che ho appena sfiorato, probabilmente perché non ho mai colto alcun input che mi spingesse ad esplorarlo, come sto facendo ora e mi sto rendendo conto, con grande rammarico, di essermi persa, fino ad oggi, tanta, tanta bellezza, oltre ad avere una grave lacuna culturale da colmare.
Tanto più grave se consideriamo che, l’opera lirica è nata in Italia nel XVI, fa parte della nostra identità culturale e molti dei più grandi compositori sono italiani.
Si tratta di una vera e propria eccellenza italiana nel mondo, eppure è una forma d’arte a cui viene dato un risalto inferiore rispetto ad altre, in una società in cui la cultura personale è orientata, soprattutto, dagli stimoli dei media ed è dettata dalle mode, piuttosto che dall’educazione e dalla formazione scolastica.
Ancora oggi, infatti, l’opera lirica, nata come intrattenimento per un élite di intellettuali ed aristocratici, appare circondata da un’aura di esclusività e di complessità e, in effetti, è un genere musicale di grande qualità e raffinatezza, ma proprio per questo merita di essere valorizzato e diffuso, soprattutto ora che la musica sta attraversando un grave periodo di crisi creativa in tutto il mondo.
Qualcuno definisce l’opera lirica “l’arte delle emozioni”, poiché ogni spettacolo è un’alchimia di musica, canto, teatro, danza, in cui tutti questi elementi si fondono tra loro, coinvolgendo tutti i sensi dello spettatore, toccando la sua sensibilità ed immaginazione ed è innegabilmente così, impossibile non emozionarsi.
Ed è l’emozione che spinge alla conoscenza, di questo sono intimamente convinta, che fa spalancare gli occhi su qualcosa che prima non attirava la nostra attenzione.
Se, dunque, il mio approccio con l’opera lirica, è stato superficiale, scoprire quanto sia, in realtà, uno spettacolo emozionante, ha acceso in me l’interesse verso questo mondo antico, eppure ancora nuovo, perché le storie che parlano di passioni umane e riescono a farle rivivere in chi ascolta, sono sempre attuali.
Andando alla ricerca di notizie sull’opera lirica, mi sono imbattuta in un programma televisivo, trasmesso l’estate scorsa su Rai5 e le cui puntate sono disponibili su Raiplay: “L’opera italiana”.
Voce narrante è Elio, eccentrico e poliedrico cantautore del gruppo “Elio e le storie tese”, il quale conduce lo spettatore in un viaggio alla scoperta delle storie e dei personaggi che animano le opere di autori come Monteverdi, Donizetti, Puccini, Verdi, Bellini, dalla loro genesi fino al successo, raccogliendo anche le testimonianze di artisti ed esperti del mondo della lirica.
Si tratta, ovviamente, di un programma didascalico che ha ben poco a che vedere con la messa in scena teatrale delle opere di cui tratta, ma fornisce una panoramica generale che, a mio avviso, rappresenta un buon punto di partenza per i neofiti.
Lascio di seguito il link e auguro buon viaggio a chi come me, si sta imbarcando ora in questa nuova avventura e anche a chi, invece, ha avuto già modo di godere delle dolcezze e dei piaceri dell’opera lirica.